Invitiamo a leggere questo reportage dai laghi lombardi e la fine che stanno facendo sotto la pressione della "Valorizzazione turistica" perchè possiamo vedere cosa ci riserva il futuro se questa tendenza verrà incentivata a livello locale ( Laghi di Revine, Val Lapisina, Santa Croce).



Il turismo di massa sui laghi lombardi è esploso nel post pandemia. Non che prima non ce ne fossero di turisti, anzi. Se si va a parlare con chi vive a Laglio, sulla sponda occidentale del lago di Como, la data incriminata è il 2002, quando George Clooney compra casa – la settecentesca villa Oleandra – nel piccolo comune lariano. Da quel momento il lago di Como entra nel radar dei turisti internazionali, ma mantenendosi a livelli numerici definiti da sindaci della zona e abitanti «gestibili». Tolti i picchi delle giornate da bollino rosso, la vita trascorreva sull’orlo dell’equilibrio tra residenti e turisti.

QUALCHE SCIAGURATO SINDACO PENSAVA addirittura di attrarne di più di turisti, con idee tragicomiche come quella della Dubai del Lago. Nel 2014 l’allora sindaco di Varenna prova a convincere i suoi concittadini che il comune sulla sponda lecchese del lago di Como – un borgo da 800 abitanti in quegli anni – poteva diventare una Dubai lacustre, con tanto di atolli artificiali proprio come quelli costruiti al largo della città degli Emirati Arabi, con un resort da 120 posti letto, negozi, ristoranti, un maxi parcheggio per le auto e un porto. La cosa venne poi affossata definitivamente tra le proteste dei cittadini e degli ambientalisti nel 2018 dal nuovo sindaco di Varenna, Mauro Manzoni. Anche senza atolli in stile Dubai, il turismo è però esploso lo stesso nel paesino definito dagli influencer di viaggi di Instagram la perla del lago di Como.

SONO LORO – TRAVEL BLOGGER E SOCIAL influencer – ad aver fatto esplodere il turismo di massa verso Varenna, il Lario e gli altri laghi lombardi dal 2021, quando sono iniziate a cadere le restrizioni anti-Covid. I numeri parlano chiaro. Nel 2023 il lago di Como ha registrato 4,8 milioni di pernottamenti con un tasso del 100% di strutture ricettive piene. Nel 2019 i turisti pernottanti erano stati oltre un milione in meno e non si contano quelli che hanno visitato il lago in giornata dormendo a Milano e spostandosi con il treno o l’auto a noleggio. Nel fine settimana è diventato normale non trovare posti a sedere sui treni in partenza dalla stazione di Milano Centrale diretti a Lecco, Varenna e Sondrio.

SULLA SPONDA COMASCA, MENO SERVITA dalla ferrovia, il tempo passato in coda in auto è più alto di quello che si passerà nella località che si vuole visitare. Spostandosi verso est, la sponda lombarda del lago di Garda nel 2023 ha registrato la cifra record di oltre 9 milioni di turisti, 25 milioni lungo tutto il bacino. L’incremento del consumo di suolo negli ultimi dieci anni è stato del 6,5%, più alto rispetto a quello medio regionale del 5,3%. Spiega Legambiente Lombardia che «negli ultimi sedici anni, dal primo rilevamento effettuato da ISPRA nel 2006, sono andati perduti 276 ettari di suolo, una perdita in gran parte concentrata in due soli comuni: Desenzano e Lonato, che da soli rappresentano ben il 71% del consumo di suolo di tutti i comuni rivieraschi». È così che il Garda è andato oltre i livelli immaginabili di saturazione e cementificazione.

«DOPO IL COVID LA SITUAZIONE è peggiorata» racconta Marina Brunner del circolo Per il Garda di Legambiente. «Anche prima i numeri erano importanti, ma imparagonabili a oggi». A Limone del Garda ci sono mille abitanti e nei primi nove mesi del 2023 sono arrivati un milione e trecentomila turisti. «Le amministrazioni locali non hanno capito che devono mettere un freno al turismo di massa, anzi autorizzano nuovi parcheggi per le auto, nuove strade, alberghi e resort di lusso».

PUNTANDO SUL TURISMO VIP qualche amministrazione comunale pensava di poter selezionare all’ingresso il numero di visitatori, ma la storia è andata diversamente e i flussi sono aumentati anche lì dove sono state aperte strutture a 5 Stelle. «Contemporaneamente i residenti hanno iniziato a mettere in affitto sulle piattaforme digitali le loro abitazioni e il costo al mq è schizzato alle stelle» racconta ancora Brunner. Risultato: i giovani che potrebbero lavorare nel settore turistico non trovano case alla portata dei loro stipendi. Intanto le abitazioni per i turisti aumentano, si costruisce consumando suolo e il traffico auto ha raggiunto livelli mai visti prima. «Da Pasqua a novembre siamo invasi e bloccati dalle auto» dice Brunner

A VARENNA IL SINDACO MAURO MANZONI sta pensando a un numero chiuso per le auto. «Sono contrario al numero chiuso per le persone o ai ticket d’ingresso modello Venezia, ritengo che la bellezza debba restare a disposizione di tutti, non solo di chi ha i soldi» racconta. «Altra cosa sono le auto però, che portano smog, inquinamento e rumore. Chi arriva in macchina a Varenna cerca parcheggio in un piccolo comune che ha una disponibilità limitata di posti auto e non vogliamo aggiungerne altri. Stiamo quindi studiando la possibilità di mettere un numero chiuso per le automobili|. Anche a Varenna il turismo internazionale è esploso dopo il Covid. «L’impatto è stato forte: ambientale, sulla casa, sulla vivibilità. Dopo la pandemia abbiamo interrotto la promozione turistica, ma i social fanno da amplificatore. Gli influencer hanno fatto conoscere Varenna nel mondo. Ora arrivano in massa inglesi, americani, australiani, russi, giapponesi». Il turismo mordi e fuggi degli influencer porta a situazioni paradossali come quelle di chi in mezza giornata vorrebbe visitare Bellagio, Varenna, la villa di Clooney, Lecco e Como, perché su Instagram in 30 secondi ha visto così.

UN ALTRO PROBLEMA DELL’OVERTOURISM è la gestione dei rifiuti. «Da fine anno cambieremo il sistema di raccolta proprio per l’alto numero di persone che arrivano in giornata» dice il sindaco Manzoni. «Hanno stravolto anche la raccolta dei rifiuti e la popolazione residente ne soffre in termini di vivibilità». Sul Garda il problema dei rifiuti è finito anche dentro le acque del lago. «Oltre a stravolgere il ciclo della raccolta e dello smaltimento sono aumentati i valori delle microplastiche nelle acque» dice Marina Brunner. Le analisi effettuate nel lago di Garda indicano tra i componenti principali il polistirene (45,6%), il polietilene (43,1%) e il polipropilene (9,8%). «Va abbassata la quantità di indifferenziato mettendo in condizione i turisti di essere virtuosi» dice ancora Brunner del circolo Per il Garda. «Serve uno sforzo maggiore, siamo in un ambiente piccolo e delicato, soggetto a una pressione antropica e turistica imponente».

UNA PRESSIONE CHE IMPATTA sul territorio e sulla vita di chi lo abita. «Siamo scesi sotto i 700 residenti, il nostro minimo storico. Abbiamo perso il 10% degli abitanti in pochi anni» racconta ancora il sindaco di Varenna Mauro Manzoni. «Il costo delle abitazioni è aumentato, le seconde case sono state riconvertite in affitti brevi. Lo spopolamento porta a una diminuzione dei servizi. Nel centro storico siamo rimasti in 65 abitanti, il resto sono affitti turistici». E così tra una coda per il caffè e una coda per il gelato, le comunità si svuotano e svanisce il senso del vivere insieme.

(Fonte: Roberto Maggioni- Extraterrestre 18/07/24)