L’associazione Coltivare Condividendo si dedica da svariati anni al recupero della biodiversità locale e al promuovere metodi di coltivazione sana e sostenibile.
Un agire che ci ha dato e dà molte soddisfazioni e coinvolge davvero tante persone, che ha visto nascere reti e progetti dal basso molto interessanti e partecipati.
Riteniamo che, un aspetto importante del nostro agire, sia anche il distogliere lo sguardo dal nostro orto o campo e osservare ciò che ci accade attorno.
In questi ultimi mesi questo “guardare al nostro territorio” ci ha turbato non poco a causa del progetto del Consorzio di Bonifica del Brenta che prevede la costruzione di una Diga sul Torrente Vanoi in Primiero (TN).
Più che una Diga è un immenso serbatoio (dato che la produzione idroelettrica è irrisoria) che metterà a disposizione dei coltivatori intensivi di mais e fieno (prevalentemente a uso zootecnico) del vicentino grosse quantità di acqua.
La Diga/serbatoio sarà alta fino a 110 m e avrà un volume di 33 milioni di mc d’acqua.
La Diga è stata più volte bocciata nel corso degli anni a causa della pericolosità geologica del luogo, infatti ambo le sponde della Val Cortella sono di grado P4 elevata (il massimo grado censito).
Ciò che ci turba parecchio è l’aver letto che le ripercussioni in caso di emergenza prevedono che Fonzaso e il Lago del Corlo verrebbero cancellati.
Ma le criticità di questa Diga/serbatoio non sono solo queste. Tante altre sono state evidenziate da tecnici ed esperti, componenti del Comitato che si oppone a questa opera, ma anche da Istituzioni come la Provincia di Trento e svariati Comuni trentini e bellunesi.
Noi, nel nostro piccolo, vorremo evidenziare con forza una serie di aspetti “agricoli” che ci portano a dire NO a questa opera costosissima e potenzialmente pericolosa.
Innanzitutto evidenziamo con forza che questa Diga/serbatoio è inutile dato che ci sono valide alternative, che possono fornire una quantità ben maggiore di acqua (1milione di mc) senza creare criticità e con costi nettamente minori.
Un metodo sperimentato da decenni (a quanto ci risulta anche il Consorzio ha partecipato a uno di questi progetti finanziati) è quello dell’incremento delle falde tramite l’uso di aree forestali di infiltrazione (AFI) alimentate anche durante eventi di morbida del fiume Brenta attraverso canali da realizzarsi ad hoc.
Facciamo nostre anche le osservazioni di SAD ed altri che indicano come alternativa a questo serbatoio il pulire dai sedimenti gli invasi esistenti, il che permetterebbe di recuperare quantità di acqua uguali, se non superiori, a quelli della Diga prevista. Altro progetto molto interessante è la bonifica delle acque reflue.
Ma l’aspetto che a noi sta più a cuore è quello che ci porta ad affermare che dobbiamo smettere di alimentare un sistema agricolo insostenibile. Un sistema agricolo (super finanziato) mai sazio di acqua e pesticidi, incurante di inquinamento delle falde, di fertilità del suolo, di una naturalità smarrita da tempo.
Si vuole produrre sempre più quantità, aumentare i tagli di fieno e cicli di coltivazione del mais incuranti dei danni che si possono causare ad ambiente, salute e territorio. Va ricordato che oltre il 40% dell’ acqua usata in Italia è ad uso agricolo.
Certo le alternative ci sono, sono molti gli esempi virtuosi che credono in un coltivare sano e sostenibile, che si aprono a coltivazioni e tecniche agricole virtuose, dosando adeguatamente l’acqua con metodi innovativi e molto efficienti.
Ci chiediamo perché il Ministero dell’Agricoltura finanzia un milione di euro per la diga/serbatoio e non utilizza invece quel denaro per finanziare impianti d’irrigazione innovativi ed efficaci per sostituire quelli vetusti e spreconi.
Ovviamente uniamo le nostre voci alle tante che già si sono opposte a questa opera che non lascia nulla di buono a questo nostro territorio, un'ennesima azione predatoria, imposta con arroganza.
Ci chiediamo: che ne sarà del fiume Cismon?
Le abitazioni e gli immobili di Fonzaso, Arsiè, Seren, Feltre saranno svalutati visto le possibili ripercussioni in caso di emergenza?
Perché la Regione Veneto si ostina a sostenere questa opera?
Sono forse più importanti le pannocchie della bassa che la sicurezza dei feltrini?
Soprattutto ci chiediamo:
i cittadini e le amministrazioni feltrine, della Valbrenta, del Bassanese faranno sentire la loro voce?
Speriamo che ci siano sempre più delibere Comunali contro la diga/serbatoio e in difesa della nostra dignità e volontà di tutelare il nostro territorio.
Speriamo ci siano manifestazioni, iniziative, mobilitazione e magari dei boicottaggi.
Siamo stufi di essere colonizzati, di vederci queste mega opere calate dall’alto e finanziate coi nostri soldi, che non lasciano nulla a queste aree dall’enorme potenziale e bellezza, spesso troppo facilmente violata.
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